Before the storm, 2011, tecnica mista su carta, cm 155 x 135

 

 

 

Town, 2013,tecnica mista su carta, cm 190 x 110

 

 

 

Fragment, 2011, tecnica mista su carta, cm 130 x 110

 

 

 

Memory place, 2013, installazione sonora, cm 120 x 80 x 13


Con quest’opera l’artista pone un interrogativo, richiamando l’attenzione e la percezione dell’uomo nel paesaggio circostante. Come si può definire la morte o la vita di un luogo quando tutto viene calcolato in rapporto alla funzionalità e alle esigenze dell’uomo? Veramente un luogo abbandonato definito morto, è morto? D’altronde un luogo nella nostra percezione è un ponte invisibile, immerso nella quotidianità. In essa appare come un flusso continuo di casa, lavoro, strada, ecc. Eppure per ogni passo che facciamo percorriamo uno spazio che, a sua volta, interagisce con la nostra memoria lasciando spesso in noi un segno intangibile, come reciprocamente noi facciamo con esso. L’artista insegue questo flusso di tracce, evidenziando l’importanza del luogo come contenitore. Un bancale, costruito per trasportare pesi, nella sua opera non sostiene oggetti, ma un peso simbolico, un’immagine. Sulle sue assi è dipinto un luogo vuoto, cioè del tutto privo di presenza umana. Tuttavia la presenza che manca nell’immagine viene trasmesso dal sonoro.


…ho immaginato, che il luogo rappresentato conservasse gelosamente dentro di sé i suoni e i rumori della quotidianità che in esso si sono svolti




The tunnel, 2013, tecnica mista su carta intelata, cm 100 x 70

 

 

 

Impression, 2014, tecnica mista su tela, cm 85 x 70

 

 

 

Untitled, 2014, tecnica mista su tela, cm 200 x 70

 

Sunset, 2013, tecnica mista su tela, cm 50 x 70

 

 

 

Con e senza titolo, 2013, tecnica mista su tela, cm 50 x 70

 

 

 

 Mirage over Adriatic, 2012, tecnica mista su carta cm 13 x 36

 

 

 

 

The palace of the official, 2012, tecnica mista su tela, cm 30 x 30

 

 

 

 

Untitled, 2014, tecnica mista su tela, cm 100 x 100

 

 

 

 

Untitled, 2014,tecnica mista su tela, cm 100 x 100

 

 

 

Horizon, 2014, tecnica mista su tela, cm 60 x 60

 

 

 

 

Movimento, 2016, tecnica mista su carta, cm 50 x 70

Verso la via, 2015, tecnica mista su carta, 70 X 70 cm

Im-penetrabile, installazione sonora, 2015, dipinto su tavola, mini casse, mattone, cm 120 x 125

 

 

L'opera Im-penetrabile è un'installazione sonora. L'artista dipinge su una tavola di legno un muro, al quale la mancanza di un mattone, crea un foro al suo centro. Il mattone, sinonimo di costruzione che manca alla parete dipinta, si trova fisicamente caduto per terra, vero. Ciò rappresenta l'inizio della caduta di una barriera, la quale perde la sua integrità e la sua forza sgretolandosi, quasi a svanire. Questa barriera ha una simbologia metaforica poiché l'artista non svela l'antagonista, non rivela di quale barriera si tratti, ma globalizza il suo concetto senza dare punti di riferimento, suscitando nel pubblico tematiche universali infinite.

La fragilità di questa parete viene sottolineata dal titolo stesso dell'opera im-penetrabile, con il quale l'artista gioca suddividendolo con un trattino, come se indebolisse la parola trasformando il suo contenuto in "penetrabile", quindi non più resistente, ma indebolita, fragile, accessibile.

L'opera viene accompagnata da un sonoro, il quale è composto da suoni presi dalla strada. Questi suoni che si sentono sono quelli che provengono dall'altra parte di questa barriera.

Una sorta di ribellione verso una restrizione, il voler abbattere una barriera, un tabu, una linea di confine per andare oltre.

 

 

 

L'Italia chiama, installazione performativa, cm 70x50

 

L'Italia chiama" è un'opera realizzata durante il talent show televisivo The Eyes, essa vuole rappresentare la situazione attuale dell'Italia colpita dalla crisi economica. L'artista con quest'opera vuole denunciare un delitto che viene fatto all'Italia. Le prime cose che vengono colpite quando c'è una situazione del genere sono: le certezze, la fiducia in se stessi e infine la speranza, ingranaggi semplici di un meccanismo il quale porta avanti un sistema. Per recuperare questi ideali c'è bisogno di un cambiamento, il quale l'artista lo simboleggia tramite un atto performativo con il taglio della corda che soffoca un sistema. L'artista invita a interagire con l'opera tramite quest'azione del taglio, sperando di scaturire un azione collettiva.

 

 

Fiat Lux, installazione illuminata al buio tramite fibra ottica, cm 70 x 60
Fiat Lux, installazione illuminata al buio tramite fibra ottica, cm 70 x 60

Fiat lux è un opera realizzata in collaborazione con l'azienda Dream Lux, per il talent show televisivo The Eyes. L'opera è un Installazione illuminata al buio tramite fibra ottica, essa rappresenta un percorso dei gradini che salgono verso la luce.

Light circle, 2017, installazione, legno, lampadine led, cavetto elettrico con spina, cm 50 x 50 x 5 

 

 

Light circle  è un'installazione alimentata da energia elettrica. L'artista costruisce una scatola chiusa e sagoma su di essa un cerchio che si illumina tramite due lampadine led, poste all'interno di essa. L'opera rappresenta l'aureola della figura sacrale.

L'opera viene esposta al buio, nei giorni d'oggi dove purtroppo vediamo guerre ovunque nel nostro pianeta e come fosse un faro di orientamento in un oceano, un punto di riferimento da seguire verso la luce, verso la pace.

Cancellato, 2015, Installazione, banco scolastico, morsa, libri di storia dell'arte, cm 120 x 80 x 50

 

Con l’opera Cancellato, l’artista denuncia uno status o meglio una decisione, la quale, fu messa in atto nel 2010, cioè l’abolizione della storia dell’arte dai licei professionali ed altri istituti. L’artista immagina ed esprime in questo modo la situazione riguardo la conoscenza della storia per la quale l’Italia viene conosciuta ed apprezzata nel mondo, l’arte. Un banco scolastico, estrapolato dalle file di una classe non sorregge i libri come siamo solitamente abituati a vedere, ma sostiene sopra di esso una morsa che stringe libri e cataloghi della storia dell’arte. I libri che una volta venivano forniti per la conoscenza dell’arte, nell’opera vengono vietati di essere letti e sfogliati.

La morsa, un elemento così presente e rigido che ha la funzione di bloccare un oggetto, nell’opera blocca un sistema, la fragilità del futuro riguardo la conoscenza dell’arte, soffocandola.

 

 

 

Il Peso del vuoto, 2017, installazione,

legno, mattoni, piatto, cm 50 x 300 x 100, 40 kg circa

Con l'opera "Il peso del vuoto", l'artista vuole riportarci all'infanzia, presentando un gioco che si faceva da bambini, l'altalena a bilancia. Essa non compie la sua solita funzione, non ci sono dei bambini che giocano, ma è ferma, immobile. Su di sé sostiene degli oggetti, da una parte un piatto vuoto e dall'altra un carico di mattoni. Di solito il carico di mattoni farebbe pesare la bilancia verso la propria parte, invece nell'opera il peso pende verso il piatto vuoto. L'artista con quest'opera altera le leggi della fisica modificando la percezione della realtà e evidenziando un fenomeno come la fame. Essa coinvolge paesi poveri e grandi città circondati da palazzi e mura. Spesso queste mura costruite da mattoni, impedendoci di vedere all'interno di esse, camuffando la povertà.

"Il peso del vuoto" non presenta un'immagine iconografica della casa, ma viene presentata simbolicamente da un mucchio di mattoni estratti dalla casa natale dell'artista e da un piatto vuoto. Esso ci invita a sederci a tavola, per farci riflettere, immedesimandosi davanti al peso assordante che ha il suo vuoto all'interno di una casa.

Quando mancano le necessità primarie, istintivamente l'uomo inizia a sognare una vita migliore, ma quando perde la speranza che queste necessità si concretizzino, cerca di realizzare questo "sogno" altrove.

L'opera sottolinea il peso del vuoto di un piatto, il quale causa un vuoto ancora più ampio come l'abbandono di un luogo, la propria casa, causando l'emigrazione.

L'Albania paese d’origine dell'artista è stata protagonista, soprattutto negli ultimi venticinque anni di tale tematica, accumulando questo vuoto in tante case. Il vuoto, cioè l'assenza è diventato parte della casa, in quanto mancava sempre qualcuno che aveva intrapreso la strada dell'emigrazione, un padre, una madre, un fratello, un figlio. Questo vuoto viene colmato sporadicamente nel tempo trasformandosi in un rituale di ansiosa attesa.

Alban Met-Hasani e Stefany Savino Isola fluttuante, installazione, 2014,

 struttura in legno, terra, filo spinato, barrette di ferro, elica di plastica,Porto Palermo, Himarë, Albania

 

 

Isola fluttuante è un'opera la quale ha come intento creare un ambiente onirico.

Questo lavoro scava nella memoria di ciascuno di noi, attraverso il movimento della girandola, ricordandoci i giochi d'infanzia svolti con questo oggetto divertente.  Il pubblico già in lontananza vede una girandola che con la forza del vento sta sollevando una mini isoletta di terra circondata da un filo spinato. Questo illusione ottica dell'opera trasforma l'ambiente circostante in un sogno, mentre il filo spinato rappresenta la paura di perdere questo sogno, i limiti che poniamo a noi stessi e attorno a noi.

Quest’opera cerca di regalare un attimo metafisico, alterando la realtà, rendendo per un momento possibile l’impossibile. 

Alban Met-hasani & Stefany Savino, The last supper, 2010, installazione

 

 

L’opera nasce da una collaborazione tra due artisti Alban Met-hasani e Stefany Savino, all’epoca ancora studenti. Il giorno dell’esame di storia dell’arte, vengono a sapere che all’esame oltre alla preparazione teorica, bisognava realizzare un opera ispirata all’ultima cena di Leonardo. Il tutto prende forma entro un paio d’ora. Il poco tempo a disposizione, apparentemente uno svantaggio è stato trasformato in vantaggio, lasciando spazio alla casualità e all’ambiente circostante dell’accademia nella realizzazione dell’opera. La diversità dell’opera sta nel ribaltamento della scena dell’ultima cena. Gli artisti decidono di presentare non la forma classica dell’ultima cena ma un ribaltamento della scena. Cristo e gli apostoli che dominano l’opera di Leonardo, in questo caso in modo provocatorio vengono a mancare, lasciando soltanto una presenza simbolica e non fisica, invece l’oggetto che manca nell’ultima cena di Leonardo, il calice, è presente fisicamente. Il risultato è un installazione interattiva, alla quale parteciparono vari studenti,  ivi compreso la commissione dei professori che sostenevano l’esame.

Unione, 2009, opera vincitrice del premio Lidia Conca,  monumento permanente, Novate Milanese, MI

 

L'intento dell'artista è quello di rappresentare l'attimo prima del bacio, la promessa. Una figura maschile e femminile cercano di unirsi tramite il bacio per creare il simbolo dell'infinito.  Le labbra delle due figure sono state progettate e realizzate dall'artista con uno spazio di 0,5 cm, volendo soffermarsi davanti a questo grande passo, sottolineando l'importanza, le certezze o le paure che si possono avere. L'opera è stata realizzata in loco per 45 giorni e qualche mese dopo, subendo una dilatazione termica, le due figure si sono avvicinate sufficientemente a toccarsi le labbra. 

E' come se queste due figure destinate ad unirsi, abbiano preso una propria vita in natura, superando questa soglia che dovevano soffermarsi, compiendo l'atto del bacio e il simbolo dell'infinito.

The last message, 2008, cortometraggio 

"the last message" è un video che ha un valore affettivo particolare per l'artista. In questo video lui riprende per qualche istante suo nonno colpito da una trombosi celebrale, qualche giorno prima di morire. Il colpo subito aveva purtroppo toccato la sua psiche, dandoli dei disturbi di percezione della realtà. La ripresa è un tentativo invano dove si cerca di stabilire un dialogo per avere un ultimo ricordo. Il video ha una dilatazione del tempo reale, per soffermarsi ed evidenziare questo momento, quasi una sorta di voler fermare il tempo prolungandolo all'infinito. Il potere che ognuno vorrebbe avere alla saputa che sta per perdere una persona cara. Purtroppo l'uomo è ormai abituato a vivere cosi velocemente che se accorge delle cose più importanti quando li stiamo perdendo o talvolta dopo averle perse. Cosi cerca, quando gli si dà la possibilità di recuperare il tempo perduto.  Le parole del personaggio incerte e sconnesse, volutamente sono state avvolte dal sonoro del video per lasciare ad ognuno immaginare un proprio dialogo, il proprio ultimo messaggio.

 

Video visitabile su Vimeo https://vimeo.com/162267179

Il pubblico si trova davanti a questo video che inizia con l'apertura di un cancello di ferro colossale. Esso occupa tutto lo schermo, quasi fosse un sipario, anche se in questo caso non è quello di una scena teatrale ma della scena della vita. L' apertura di questo cancello è un ponte che delimita la soglia, la linea di confine. Questo video non ha intenzione di mostrare un'azione ma semplicemente invitare il pubblico ad immedesimarsi nella scena rappresentata.

Quindi ritrovarsi all'apertura della porta di un traghetto dove inizialmente non si sà da quale parte del sipario ci si trovi.

All'instante dell'apertura del cancello il tempo nella ripresa si rallenta, quasi a doversi fermare, sottolineando questo passaggio di confine. Questo ritmo accompagna i primi passeggeri che scendono dal traghetto, il tempo diventa infinito, senza tempo, tutto si azzera. Le persone scendono in scena e da qui inizieranno a diventare protagonisti della propria nuova vita. Da questo momento il video ha un tempo rallentato con improvvisi accelerazioni frammentate che lo accompagneranno fino alla fine.

 

L'artista documenta un esperienza vissuta scomponendo il tempo e crea dei ritmi surreali,  come quelli della vita. Tutto il video è un primo piano di questa situazione. La durata ampia di 9,57 min contribuisce a sottolineare maggiormente la tensione dell'attesa di questo passaggio.  Il fenomeno dell'emigrazione manifestato frequentemente nell'ultimo ventennio nel mio paese d'origine continua a ripetersi anche nei giorni odierni coinvolgendo varie culture con situazioni purtroppo non sempre fortunate. 

Contatti:

Telefono: 0039/ 3203743801

 

Mail: albanmet-hasani@libero.it